Aumenta la domanda di mutui a tasso variabile con cap. Prodotti che difendono dall'aumento delle rate oltre una certa soglia di tassi.
Non è detto, però, che questa tendenza di mercato stia centrando la soluzione più conveniente. Per gli esperti, infatti, dal punto di vista finanziario questa tipologia di mutuo, con le condizioni attuali, rischia di risultare troppo cara.
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Anche per Roberto Anedda, i mutui a tasso variabile con cap, sebbene rappresentino il 21% del mercato, sono poco convenienti in una logica di lungo periodo.
«Gli istituti hanno via via aumentato le soglie del cap. Oggi ci sono solo due banche che effettuano, ma ancora per pochi mesi, cap inferiori al 5,5%.
Mentre in molti casi si sta superando la soglia del 6%.
Tali formule sono in aumento rispetto al 2010, dal 17% al 21%, ma stiamo assistendo a un piccolo ridimensionamento negli ultimi due mesi dopo il picco del 27% a febbraio. Riposizionamento che sta favorendo i mutui a tasso variabile, saliti al 39% e quelli a tasso fisso, che rappresentano il 35% del mercato».
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