POCHI AIUTI CHIESTI ALLO STATO
Il Belpaese fanalino di coda dell’Europa? Non è sempre vero e questa volta, secondo il Bollettino Economico della BCE, siamo riusciti a fare meglio di Paesi considerati più “virtuosi” di noi, come la Germania e la Francia.
Sul fronte degli aiuti di Stato alle banche dell’Eurozona, non abbiamo pesato quanto gli altri Paesi sulle casse dell’UE.
Le banche italiane sono stati gli istituti che in Europa hanno richiesto di meno allo Stato per il loro bilancio: ogni banca ha saputo far fronte in autonomia alla crisi.
La percentuale di Pil che i governi italiani hanno destinato agli istituti di credito è di circa l’1% contro, ad esempio, l’8% della Germania. Segno evidente che di base c’è un sistema di concessione dei crediti più “sano” che nella maggioranza dei paesi europei.
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SOLUZIONI ALLE SOFFERENZE BANCARIE
Il problema che permane nel nostro sistema economico riguarda le sofferenze bancarie, ossia quel mare di mutui e finanziamenti considerati non riscuotibili.
Gli aiuti europei si sono rivelati indispensabili per risolvere questa situazione.
Molti sono stati gli italiani che non hanno più potuto far fronte al pagamento delle rate per più di sei mesi, una percentuale abbastanza preoccupante (a gennaio 2015 si parlava di +18,5%) che ha portato all’accumulo, nei bilanci delle banche italiane, di oltre 180 miliardi di crediti “in sofferenza”.
Un buco che ha generato una mancanza di liquidità da parte di tutto il sistema bancario che non ha potuto erogare il giusto ammontare di nuovi finanziamenti.
Il rischio, se la Banca Centrale Europea non fosse intervenuta, era che le banche italiane serrassero di molto i cordoni delle borse, rendendo più stringenti anche le garanzie richieste per la concessione dei mutui alle famiglie e dei prestiti al consumo.
L’intervento della BCE tramite il Quantitative Easing voluto da Mario Draghi, è stato tempestivo e si è basato sull’acquisto di pacchetti di titoli pubblici e privati, comprendenti anche una parte dei crediti in sofferenza.
Oltre a ciò, la Banca Centrale Europea ha ridotto il tasso di interesse con cui concede prestiti alle banche dei singoli paesi, permettendo loro di rifinanziarsi praticamente a costo zero.
“Ora la credibilità delle banche italiane e della Vigilanza della Banca d'Italia - ha concluso il Presidente di Abi Antonio Patuelli - hanno avuto il meritato e definitivo riconoscimento internazionale per gli sforzi sostenuti nei duri anni della crisi per favorire la ripresa"
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