tassi mutui

Il mutuo più conveniente tra variabile, cap e fisso dopo lo stress test

Nei momenti di panico, i big fanno i migliori affari (e di conseguenza i piccoli accusano le maggiori perdite). Perché? Perché aumenta la confusione, l'emotività. È questa la parola chiave: che spesso in finanza (comportamentale) corrisponde a perdita. Dalle stanze dei trader alle case delle famiglie che hanno stipulato un mutuo (o sono lì lì per farlo) la storia non cambia. Anche in questo caso l'emotività può giocare brutti scherzi. Può portare il mutuatario lontano dalla razionalità delle logiche finanziarie e condurlo alla scelta del mutuo (e del tasso) sbagliato.

Quando aumenta l'emotività si rischia di sbagliare mutuo
Restando sull'argomento dei mutui, volatilità, confusione ed emotività aumentano quando i tassi di interesse si muovono repentinamente, ossia quando il discostarsi quotidiano degli Euribor (i parametri a cui sono legati i mutui a tasso variabile) e degli Irs (i parametri a cui sono agganciati in partenza i mutui a tasso fisso) è forte, oppure quando la Banca centrale europea varia i tassi ufficiali di attinenza. Come ha fatto, per la prima volta da maggio 2009, lo scorso 7 aprile, quando l'istituto di Francoforte ha aumentato il costo del denaro dall'1 all'1,25 per cento.
Una piccola modifica, peraltro ampiamente atteso, che però, congiuntamente alle previsioni di nuovi mini-rialzi (se ne ipotizza un altro paio da qui a fine anno) sta facendo risalire l'emotività di chi si avvicina verso un nuovo mutuo o verso la surroga/rinegoziazione di un contratto ipotecario già stipulato, condizionandone inevitabilmente le scelte.
 

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Il ritorno del mutuo variabile con cap
Non è un caso se in questa fase, stia ricomparendo il mutuo a tasso variabile con cap. Un mutuo a tasso variabile fino a una certa soglia, oltre la quale, in caso di ulteriori aumenti, la rata non può più salire perché viene "protetta" dal "cap" che in italiano vuol dire, appunto, copertura.
«I mutui variabili con cap stanno provocando un forte interesse nella clientela retail, con richieste salite dal 15% del totale a gennaio 2011 al 23% del totale a marzo - spiega Gionata Fiorentini.

Tali prodotti accontentano la costante ricerca dei consumatori di mutui convenienti, che non diventino nel medio termine economicamente insostenibili. I mutuatari, a fronte di uno spread mediamente di 0,50% superiore a quello previsto per i mutui a tasso variabile puro, ottengono la tranquillità che il tasso applicato al loro mutuo non supererà un determinato tetto, orientativamente attorno al 5,70%».

 

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