Indice di Benessere Finanziario in aumento

ING DIRECT ha da poco pubblicato la sua più recente rilevazione dell’Indice di Benessere Finanziario (IBF), un coefficiente che si sforza di calcolare il comfort finanziario delle famiglie italiane, e le cifre mostrerebbero una leggera tendenza positiva.

L'IBF infatti è passato dal 41,2% del mese di settembre 2013 al 41,7% attuale, riguadagnando un punto percentuale rispetto ai minimi storici toccati un anno fa.

L’IBF è calcolato sulla base di sei aspetti della finanza personale: reddito, risparmio, utenze e spese domestiche, debito (lungo/breve termine), investimenti.

Queste sei dimensioni sono misurate su una scala da 0 a 100, ove 0 rappresenta il disagio massimo, con coefficiente a salire.

Tra le sei dimensioni, quella che presenta la situazione migliore sono gli investimenti, saliti a 58,3 punti, rilevazione più alta dall’inizio delle rilevazioni.

Per quello che riguarda il risparmio, il coefficiente è fermo a 37,8, ossia pericolosamente vicino al minimo storico di 37,5 del 2013.

I redditi sono saliti a 43,3, 1,3 punti in più rispetto a settembre 2014, mentre la voce utenze e spese domestiche è stabile a 43,5 punti.
 

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Un buon segnale è offerto dai debiti a lungo termine, il cui comfort è passato dai 36,8 punti di settembre 2013 ai 37,2 attuali, quasi certamente in conseguenza del calo degli spread sul mercato dei mutui.

Va comunque sottolineato come le cifre dell'IBF mostrino una marcata disomogeneità a livello geografico: il Centro Italia (45 punti) ha il miglior comfort finanziario, mentre il dato più basso è di 36,3, registrato per Sud e Isole.

Quando si considera l'elemento anagrafico, la differenza più marcata rispetto all'ultimo rilevamento riguarda il gruppo tra 45-54 anni, con un comfort in ripresa di ben 3 punti.

Gli esperti hanno commentato i dati spiegando che, in un quadro di permanente disagio - ove la recessione continua da nove trimestri - l’economia italiana è in leggera ripresa a partire dal quarto trimestre del 2013, tendenza positiva che questi dati sembrerebbero confermare.

Per garantire una più sensibile crescita economica, tuttavia, secondo gli analisti è necessario un forte intervento che si concretizzi in un reale miglioramento della condizione reddituale degli italiani e in un abbattimento delle percentuali relative alla disoccupazione. 
 

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