Mutui giovani under 35

TANTE RICHIESTE UNDER 35

Fino a qualche anno fa, un giovane mutuatario, pur in possesso di un contratto a tempo indeterminato, se non aveva mai contratto alcun debito, veniva considerato comunque “a rischio” in quanto non avente una propria storia dal punto di vista creditizio.

Adesso, il fatto non è penalizzante accedere ad mutui giovani per l’acquisto della prima abitazione.

L’età media di chi ha richiesto e ottenuto un mutuo nei primi sei mesi del 2015 è di 39,2 anni, seguita dai giovani under 35 anni (36,9%). Tra coloro che hanno ricevuto parere favorevole per la propria richiesta di mutuo, solamente il 6,7% era in possesso di un contratto di lavoro atipico. La maggior parte di coloro che hanno ottenuto il finanziamento, infatti, era in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

 

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LAVORATORI ATIPICI

Questo dato si presta a due differenti interpretazioni.

1. La prima si basa sul fatto che probabilmente chi è titolare di un lavoro atipico non è al corrente della possibilità di richiedere ugualmente un mutuo e quindi si astiene dal farlo.

In realtà ci sono degli strumenti specifici, come il Fondo di Garanzia statale per la prima casa, che hanno fattivamente permesso a molte giovani coppie di accedere ad un mutuo pur in assenza di garanzie importanti. 
Il Fondo ha il compito di garantire fino al 50% del mutuo erogato, con priorità appunto a giovani coppie, single con figli minori a carico e giovani under 35 titolari di contratto di lavoro atipico.

Ad aderire al Fondo di Garanzia è un numero sempre maggiore di istituti bancari, circa il 60%.

2. La seconda interpretazione, invece, pone l’accento sul fatto che chi è titolare di un contratto di lavoro autonomo o atipico, spesso, fatica a dimostrare di percepire un determinato reddito, dal momento che molti di questi contratti sono stipulati proprio allo scopo di aggirare l’attuale regime fiscale sul lavoro.

In questo senso, anche il sistema bancario si dimostra, a tratti, impreparato, continuando ad applicare standard di valutazione del rischio che non riflettono più il mercato del lavoro attuale, molto più improntato alla flessibilità anche dal punto di vista contrattuale.

 

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