I mutui per acquisto casa continuano a crescere ma il credit crunch ...

Ci sono alcune espressioni tecniche legate al mondo della finanza e dell'economia, cui nostro malgrado negli ultimi anni ci siamo dovuti abituare.

Una di esse è il famigerato credit crunch - reso in italiano con "stretta creditizia" -  che affligge l’economia del nostro paese.

Per coloro che non avessero ben chiaro di cosa si tratti, è appena uscito un documento della Confcommercio che lo spiega a perfezione, grazie alla chiarezza assoluta dei numeri: l'analisi dei dati relativi agli ultimi 3 mesi dello scorso anno mostra come solamente 26 ditte su 1000 riescano a ottenere ciò di cui hanno bisogno sul mercato creditizio, il dato peggiore da 4 anni a questa parte.

La conseguenza di questo fatto è che il 51,5% delle imprese nazionali operanti nel terziario risulta non essere in grado di coprire le proprie necessità finanziarie. Il dato più allarmante è che questa percentuale è aumentata considerevolmente nel corso del 2013, visto che l'anno precedente era il 29,9% a avere seri problemi economici.
 

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Il credit crunch quindi continua e più forte che mai. Tra l'autunno del 2012 e lo stesso periodo del 2013, la stretta creditizia si è tradotta nella mancata erogazione di 62 miliardi di euro di finanziamenti alle imprese e alle attività produttive (dati Bankitalia).

A farne le spese sono specialmente le piccole imprese, e nello specifico quelle basate al Sud.

Diverso invece il discorso per il mercato immobiliare, che mostra segnali di disgelo: dopo gli sfracelli degli scorsi due anni, sul fronte mutui il 2014 si è aperto in controtendenza.

Un'analisi su un campione di più di 100 istituti di credito ha rivelato che tra Gennaio e Febbraio del 2014 le emissioni di mutui per l'acquisto di immobili privati sono cresciute di più del 18% in rapporto al medesimo bimestre del 2013.    

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